Funghi e parole
Siamo partiti alla ricerca dei testi letterari di cui i funghi fossero protagonisti o almeno comprimari per celebrare sul nostro sito l’omaggio che l’oggetto della nostra passione ha ricevuto, nel tempo, dagli scrittori.
Ci spinge la curiosità che in alcuni di noi accompagna, con pari se non maggiore urgenza , quella per le forme, i colori, i sapori dei funghi: quali sono, come si configurano, come si esprimono i rapporti tra noi umani e questi prodotti così particolari e misteriosi della natura?
Pensavamo di trovare, nella letteratura, oltre ai testi a noi più noti (Marcovaldo, Alice nel paese delle meraviglie e qualche altro) pochi accenni sparsi, qualche metafora evocativa della brevità della vita, o della fascinazione per il pericolo rappresentato dalla loro difficile determinazione, o ancora della casualità, o della meraviglia suscitata dal loro aspetto.
Abbiamo trovato di più, molto di più. Ve lo offriamo così come lo andiamo recuperando senza tentare classificazioni o inferenze che ne corroderebbero il potere evocativo.
Perché sta proprio qui il fascino del fungo: la sua capacità di irretirci in una relazione immediatamente emotiva che non ha bisogno, per essere efficace, di scrollarsi di dosso la razionalità, il senso, la funzione del proprio esistere.
A ciascuno di voi (e di noi) il piacere di ritrovare in Ariosto, Tasso, Leopardi, Gadda e in tutti gli altri interpreti della letteratura che andiamo raccogliendo, le proprie emozioni e magari di scoprirne di nuove, dissimulate tra le righe di un testo ; proprio come spiando sotto uno strato di foglie morte possiamo intravedere il cappello chiaro o scuro di un fungo.
Duilio Marengo
P.S.: un ringraziamento particolare va a Piera Vicari, grazie alla cui amicizia, alla cui fantasia e curiosità ho cominciato a raccogliere e pubblicare i testi che potete leggere qui di seguito.